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AI Voice AudioBook: Storia della musica di Alfredo Untersteiner

AudioBook: Storia della musica di Alfredo Untersteiner

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CAPITOLO I.

Introduzione.

Lo studio delle origini della musica offre le stesse difficoltà di quello dell'origine della lingua. Innate nell'uomo erano e l'una e l'altra, giacché a quella guisa, che una forza misteriosa costringeva l'uomo a cercare d'esprimere e comunicare al suo simile quello che pensava, era pure necessario, che egli cercasse di esprimere quello che egli sentiva. Anzi siccome il sentimento istintivo precede il pensiero, che è quasi la conseguenza del primo, e perché la musica è appunto l'arte più ideale di tutte e quella che è capace di esprimere e dar forma a quel sentimento o sensazione, che la parola non sa esprimere, si può dire, che la musica sia anteriore alla parola.

Ma per la stessa ragione essa non poteva progredire nello sviluppo di pari passo che la lingua, perché allo stato primitivo questa corrispondeva di più al supremo bisogno della soddisfazione dei bisogni fisici istintivi, mentre deve escludersi che nell'epoca dei primordi idealità, di cui vive la musica, abbia potuto venir concepita.

In ciò è forse da cercare il motivo, per il quale lo sviluppo della musica comincia in un'età di molto posteriore a quella delle altre arti, e per cui, quando queste erano giunte ormai alla decadenza, la musica si trovava ancora quasi ai principi. Ma non in questo motivo soltanto, giacché, se le altre arti come la pittura, la scultura, trovavano nella natura stessa i modelli da imitare e la poesia gli oggetti da descrivere, la musica doveva scrutare le misteriose leggi della natura per trovare i suoi elementi, ed il mondo esterno non le offriva nel rombo del tuono, nello scrosciare delle bufere, nei mille rumori del creato nulla che potesse imitare.

I popoli antichi divinarono questa indipendenza della musica dalle cose esterne ascrivendola direttamente alla Divinità e ritenendola un dono della stessa. Così gli Indiani l'ascrissero a Brama ed un Semidio, Nared, fu l'inventore della sacra Vina; i Greci a Mercurio, che ideò la lira, avendo trovato il guscio d'una tartaruga, alla quale erano ancora attaccati alcuni tendini tesi che risuonavano; gli Egiziani ad Iside ed al Dio Thot.

Che il canto precedette la musica istrumentale è cosa facilmente ammissibile, ma altresì che questa non tardò a nascere e ad imitare il canto, per quanto l'imperfezione dei primi istrumenti lo permetteva. Questo restò però per lunghi secoli la parte principale della musica specialmente per le sue attinenze colla religione. L'idealismo e la vita di pensiero dell'umanità dei primi tempi non potevano che limitarsi alla religione, che innalzava le menti dalle cure terrene, ed essendo ciò pure lo scopo supremo della musica, essa doveva divenire l'indivisibile ancella di quella ed aggiungere alla parola quel maggior grado d'intensità, di affetto e di sentimento, di cui essa sola era capace.

La mancanza assoluta di documenti musicali dell'epoca antichissima, rende impossibile il poter farsi un'idea della musica di quei tempi, e perciò le asserzioni di molti scrittori mancano d'ogni serio fondamento. La più comune e più verosimile di queste ipotesi è che i popoli antichissimi non abbiano conosciuto la melodia assoluta, ossia una sequenza di toni uniti secondo le leggi dell'armonia, in modo che siano graditi all'orecchio, ma che il canto sia stato indissolubilmente legato alla parola e fosse piuttosto una specie di declamazione con innalzamento ed abbassamento di voce a seconda dell'accento della parola e dell'affetto, con un ritmo dipendente dalla prosodia.

Come la culla della cultura umana giace nell'Asia, così è opinione, che l'arte della musica sia venuta sviluppandosi originariamente nell'Asia. Nella Genesi (4.21) vien fatta menzione di Jubal come primo inventore degli strumenti a

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