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eBook Gratuito, Voce AI, Audiolibro: Lucrezia Borgia secondo documenti e carteggi del tempo di Ferdinand Gregorovius

Audiolibro con Voce AI: Lucrezia Borgia secondo documenti e carteggi del tempo di Ferdinand Gregorovius

Audiolibro: Lucrezia Borgia secondo documenti e carteggi del tempo di Ferdinand Gregorovius

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LUCREZIA BORGIA

SECONDO DOCUMENTI E CARTEGGI DEL TEMPO.

TRADUZIONE DAL TEDESCO

PER RAFFAELE MARIANO.

3ª Ristampa.

FIRENZE. SUCCESSORI LE MONNIER. 1885.

A

DON MICHELANGELO GAETANI

DUCA DI SERMONETA

ONOREVOLE SIGNOR DUCA,

A dedicarle questo scritto mi mossero non solo eventi storici trattati in esso, ma altresì personali relazioni. Ed a Lei è piaciuto accogliere gentilmente ambo i motivi.

In questo libro Ella vedrà comparire antenati dell'antica e celebre casa sua, ma non in prospera luce. I Borgia sono stati nemici capitali dei Gaetani. E gran mercè per costoro, se schivarono quella rovina, che Alessandro VI e il suo formidabile figliuolo avevan loro giurata. Sermoneta con tutti i vistosi beni, appartenuti da tempo antichissimo alla casa Gaetani, furon dai Borgia rapiti. E per mano degli stessi gli avi suoi ebbero morte o dovettero prendere la via dell'esilio. Signora di Sermoneta divenne Donna Lucrezia. E poscia il figliuolo di lei, Rodrigo d'Aragona, fu, come Duca, investito delle possessioni dei Gaetani.

Da quel tempo sono oramai trascorsi secoli; ond'Ella può perdonare le prepotenti manomissioni de' diritti della Casa sua ad una donna bella e sventurata. Già la Bolla di Giulio II, ch'Ella, anche per riguardo alla perfezione calligrafica, serba qual gioiello nell'Archivio della famiglia, valse a ricostituir ben presto la casa dei Gaetani. E da quel tempo questa conservò sempre il retaggio de' padri gloriosi. E si deve poi a Lei, se gli aviti possedimenti, grazie ad un governo esemplare, siano oggidì tornati di nuovo in fiore.

Il persistere delle tradizioni storiche rispetto alle cose e agli uomini esercita in Roma indicibile attrattiva su tutti i cultori della storia. Su me ha in particolar modo avuto influenza potentissima l'osservare come perdurino caratteri proprii di un passato storico in famiglie romane antichissime, ma che tuttora sussistono, che ancora oggi sono vegete e floride; e l'aver potuto entrare con queste in personali relazioni. I Colonna, gli Orsini e i Gaetani si mostraron meco sempre benevoli. E sempre queste tre celeberrime famiglie mi furono larghe di ogni desiderabile agevolezza. Ed Ella, signor Duca, fu primo in Roma ad aprirmi senza riserva gli archivii della Casa sua. Poi per lunghi anni Don Vincenzo Colonna, del quale serberò eterna memoria, mi concesse pari favore, sino a che l'onorando vegliardo non morì nel Castello di Marino.

I Gaetani, gli Orsini e i Colonna s'erano ritirati da un pezzo dal teatro della storia di Roma. I primi anzi se ne allontanarono molto più presto degli altri. Venne però giorno, in cui Ella, illustre Duca, doveva far rientrare la sua antica stirpe nella storia della città. Fu il giorno, per quella il più onorevole, che, caduto il secolare dominio del Papato, Ella, a capo del Governo cittadino, depose nelle mani di Re Vittorio Emanuele, a Firenze, l'atto di dedizione del popolo romano. Momento memorando, che chiuse per sempre un lungo periodo della vita della città, iniziandone uno novello! Esso vivrà eterno nella storia de' Gaetani accoppiato al nome suo, e renderà quest'ultimo indelebile dalla memoria de' Romani.

Di quell'avvenimento in Roma io non fui testimone. Pure, parlandone, mi torna in mente tutto quel moto e quella progressiva attività pubblica e privata, alla quale mi fu dato assistere per lunga serie d'anni. Devo a Lei e alla liberale Casa sua l'esser rimasto per sì gran tempo nel più vivo contatto con la storia di Roma. E di tutte le relazioni, che ebbi l'onore di stabilire con insigni famiglie d'Italia, quelle che alla sua mi legano, sono, senza dubbio, le più antiche e le più personali.

Vidi già venir su i suoi nobili figliuoli; e veggo ora con gioia la schiera de' piccoli nipoti, che intorno a Lei, nuovo fondatore della famiglia, comincia a crescere rigogliosa. Possano prosperare, e perpetuare ancora per lunga e felice età la sua antichissima schiatta, e nel più lontano avvenire arricchirla ancora di geste e nomi d'uomini e donne nobili e famosi.

Con tali voti Le offro questo scritto ornato del nome suo. So che Ella lo accoglierà con bontà, che non sarà da meno dell'animo semplice e senza pretensione, col quale io glielo presento. In verità io intendo dare per esso un segno da me desiderato alla casa Gaetani; segno di riconoscente ricordanza, di profonda venerazione per Lei, di devozione grande che mai sempre mi legherà all'illustre famiglia sua.

Roma, 9 marzo 1874.

GREGOROVIUS.

INTRODUZIONE.

Lucrezia Borgia è la figura della più sciagurata delle donne nella storia moderna. È forse tale, perchè fu insieme la più colpevole? Ovvero le tocca soltanto portare il peso dell'esecrazione, che il mondo per errore le ha inflitto? Perchè il mondo, in verità, si diletta dello spettacolo di virtù e di colpe in persone tipiche, appartengano esse al mito o alla storia.

Quelle domande aspettano ancora una risposta.

I Borgia stimoleranno per lungo tempo lo storico e lo psicologo alla ricerca. Un amico di molto ingegno mi domandava un giorno, come accadesse che tutto quanto si riferisce ad Alessandro VI e a Cesare e a Lucrezia Borgia, e ogni fatto della vita loro e ogni lettera nuovamente scoperta dell'uno o dell'altro di essi, ecciti la curiosità nostra più vivamente che non facciano simili cose rispetto ad altri individui, storicamente anche più importanti. Io non conosco spiegazione migliore di questa: la Chiesa di Cristo è pe' Borgia il loro fondo stabile; su questo sorgono e crescono; su questo si mantengono; e l'acuta opposizione della natura loro col concetto del santo gl'impronta di un carattere demoniaco. I Borgia sono la satira di una forma o di un concetto grande del mondo ecclesiastico, che essi abbattono o negano. Le basi, sulle quali s'elevano le loro figure, spiccano in alto, e i visi loro sono pur sempre tocchi dalla luce dell'ideale cristiano. Mediante questa noi li vediamo e riconosciamo. L'impressione morale delle azioni loro a noi non giunge che attraverso quel mezzo, tutto penetrato di concetti religiosi. Senza ciò, i Borgia, posti in loco

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