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AI Voice AudioBook: Della illustrazione delle lingue antiche e moderne e principalmente dell'italiana by Cesare Lucchesini

AudioBook: Della illustrazione delle lingue antiche e moderne e principalmente dell'italiana by Cesare Lucchesini

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DELLA ILLUSTRAZIONE DELLE LINGUE ANTICHE, E MODERNE E PRINCIPALMENTE DELLʼITALIANA PROCURATA NEL SECOLO XVIII. DAGLʼITALIANI

RAGIONAMENTO STORICO, E CRITICO

=DI CESARE LUCCHESINI=

CONSIGLIERO DI STATO DI S. M. LʼINFANTA DUCHESSA DI LUCCA

DELLA LINGUA ITALIANA E DELLE ALTRE LINGUE MODERNE DʼEUROPA

PARTE II.

LUCCA

PRESSO FRANCESCO BARONI STAMPATORE REALE

MDCCCXIX.

Delle lingue antiche, e di quelle moderne che si chiamano Orientali.

PARTE II.

Trattati Generali.

CAPO I.

Degnissima di lode è lʼopera, che altri impiega nellʼillustrare la propria lingua, e le altre moderne lingue dʼEuropa; ma se si considera solo la difficoltà dellʼimpresa maggior tributo di lode si accorderà a coloro, che i lor sudori, e le loro vigilie dedicarono al coltivamento delle lingue antiche, e di quelle antiche o moderne, che si chiamano Orientali. Di queste debbo adesso tener discorso. Il che facendo, allorchè parlerò di certe lingue più difficili, e dal comune uso più remote, giudico opportuno di prendere in senso più esteso la parola illustrazione; perchè laddove sono più scarsi gli ajuti per illustrare una lingua necessario è raccogliere tutto ciò che anche indirettamente può contribuire a questo intento. Quindi per queste non trascurerò nè i cataloghi deʼ manoscritti, nè le opere di storia letteraria e di bibliografia, e quelle ancor dʼantiquaria, ove alcuna illustrazione dʼantichi autori contengano, o interpetrazione di voci e modi di dire.

Unʼopera grande sulle lingue dʼogni età, e dʼogni parte del mondo intraprese il P. Bonifazio Finetti dellʼOrdine deʼ Predicatori, che per difetto dʼincoraggiamento non potè eseguire, fuorchè in una piccola parte. Molte lingue hanno fra loro una certa somiglianza, e dirò quasi cognazione, che meritava lʼesame degli eruditi. Questa somiglianza si vede nelle declinazioni deʼ nomi, nelle conjugazioni deʼ verbi, in certe proprietà della sintassi, e in molte voci; il che talvolta mostra, che una lingua deriva da unʼaltra, ed altre volte fa conoscere, che una lingua ha modificata, ed alterata unʼaltra. Dalle quali considerazioni, ove sieno cautamente trattate, dedur se ne possono utili conseguenze intorno alle emigrazioni deʼ popoli dallʼuna allʼaltra contrada. Il P. Finetti dunque nellʼopera sua voleva mostrar lʼindole dʼogni lingua, ed unendo in un solo capo tutte quelle, che a suo giudizio sono simili, come discendenti da una stessa lingua madre, indicarne la somiglianza. Ne dette egli un saggio nel trattato della lingua Ebraica, e sue affini, perchè fosse quasi il prodromo del suo lavoro. Le affini dellʼEbraica per lui sono solamente la Rabbinica, la Caldaica, la Siriaca, la Samaritana, la Fenicia, la Punica, lʼArabica, lʼEtiopica, e lʼAmharica. Di ciascuna dà brevemente la storia, accenna le prime regole intorno alle declinazioni e alle conjugazioni, e in essa traduce il Pater noster. In fine aggiunge una tavola comparativa della prima conjugazione del verbo masàr, consegnò. Fa meraviglia a dir vero il novero di tutte le lingue, che si vede nella prefazione p. XIX e seguenti, e delle quali egli aveva sufficiente cognizione, o possedeva qualche libro, o sperava dʼaverlo in breve, onde parlarne fondatamente. Il prospetto però, che dellʼopera egli dà in questo libro, non è a parer mio scevro da ogni difficoltà. Non parlo dellʼimpossibilità di parlare di tutte le lingue del mondo, perchè utilissima impresa ed ammirabile sarebbe stata la sua, ancorchè ne avesse tralasciate molte. Le objezioni, che io fo a quel saggio sono due. Per mostrare la somiglianza delle lingue, e conoscere quali derivino da una, che sia lingua madre non bastano le cose da me accennate di sopra; ma bisogna aggiungere le voci simili, e queste trovar non si possono se non da chi è profondamente dotto nelle lingue. Or questa ricerca egli tralascia del tutto nel suo trattato. Io leggo poi in quella sua prefazione che nel secondo capo voleva unire la lingua Greca allʼArmena, alla Georgiana, alla Turca, e alla Persiana, e nellʼottavo voleva parlare della Latina, Italiana, Francese, Spagnola, e Portoghese. Ora io non vedo qual motivo inducesse lʼAutore ad unire la lingua Greca con lingue, colle quali non ha veruna affinità, e a separarla così dalla Latina, che è sua figlia. Per indagar poi meglio lʼaffinità delle lingue sarebbe stato a desiderarsi, che non fosse stato sollecito solamente di unire quelle, che da una come madre derivano immediatamente; ma a quelle prime avesse fatto succeder le altre, che da quella prima provengono per una più remota generazione. La lingua Greca unir si doveva allʼEbraica a mio giudizio, perchè io penso, che nella prima sua origine da questa provenga immediatamente; alla Greca dovevan succedere la Latina, lʼEtrusca, e le altre antiche Italiche, ed alla Latina lʼItaliana la Francese la Spagnola, e la Portoghese.

Allʼopposto poi a me pare, che al P. Paolino da S. Bartolommeo, il quale altresì della somiglianza di alcune lingue ha preso a discorrere si possa rimproverare, che della somiglianza delle voci soltanto abbia parlato, e gli altri argomenti adoperati dal P. Finetti abbia negletti. Questo celebre missionario dellʼIndie, di cui dovrò favellare lungamente in altro luogo, in una breve dissertazione sopra lʼantichità, ed affinità delle lingue Zend della Persia, Samscrit dellʼIndie, e antica Tedesca si vale appunto della somiglianza di alcune voci per provare la somiglianza, che esse hanno fra loro, e che la Zend e la Tedesca vengono dalla Samscrit. Parla egli in prima delle lingue Zend e Samscrit, delle quali adduce molte voci simili tratte dai dizionarj dʼambedue, e quaranta ne aggiunge, che gli antichi scrittori Greci, e Latini ci hanno conservate,

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